Viaggi e Luoghi
Borghi dimenticati: la rinascita dei piccoli centri italiani
Molti paesi italiani stanno riscoprendo la loro identità grazie a progetti culturali, turismo lento e iniziative comunitarie che valorizzano tradizioni, artigianato e architettura storica, contrastando lo spopolamento.
24/08/2025
A cura di Pellegrino Salgari

La riscoperta dei borghi italiani sta vivendo una nuova stagione d’oro, complici la voglia di esperienze autentiche e un turismo più lento e consapevole. Piccoli centri un tempo dimenticati si stanno trasformando in mete ricercate da chi cerca una fuga dalla frenesia urbana.
Nel cuore dell’Umbria, ad esempio, borghi come Spello e Bevagna stanno attirando visitatori grazie a iniziative culturali, restauri architettonici e percorsi enogastronomici. Le amministrazioni locali, in collaborazione con associazioni del territorio, stanno puntando sulla valorizzazione dell'identità storica dei luoghi.
Una parte del merito va anche a piattaforme digitali e influencer di viaggio che, attraverso foto suggestive e racconti esperienziali, portano alla ribalta angoli nascosti della penisola. Questa visibilità online ha un impatto diretto sull’economia locale, incrementando il turismo sostenibile.
Gli operatori turistici hanno colto l’opportunità per offrire servizi integrati: tour guidati, laboratori artigianali, degustazioni e pernottamenti in strutture ricettive a gestione familiare. L’idea è offrire un’immersione completa nella vita del borgo.
Non mancano però le sfide: il rischio di spopolamento, la mancanza di infrastrutture adeguate e la fragilità dei centri storici richiedono politiche a lungo termine. Serve un equilibrio tra conservazione e innovazione per rendere questi luoghi attrattivi e vivibili tutto l’anno.
Progetti pilota finanziati con fondi europei stanno sperimentando modelli di rigenerazione urbana partecipata. Tra questi, l’introduzione di coworking nei borghi o la promozione di smart working in contesti rurali, per attrarre nuovi residenti e stimolare l’imprenditoria locale.
Il fenomeno dei borghi rinati non è solo un trend turistico ma un'opportunità sociale e culturale. Riattivare questi territori significa preservare memoria, tradizioni e tessuto umano. Un’Italia minore, ma non per questo meno preziosa.
Guardando al futuro, la vera sfida sarà trasformare questa riscoperta in un modello stabile, capace di generare benessere diffuso e non solo stagionale. Per farlo, occorrerà un lavoro sinergico tra pubblico, privato e comunità locali.
Se ben gestito, il ritorno ai borghi potrà diventare un laboratorio di innovazione territoriale, dove sostenibilità, identità e qualità della vita convivono in armonia. Una nuova forma di abitare e raccontare il nostro Paese.
In un’epoca dominata da globalizzazione e omologazione, i borghi rappresentano una risorsa preziosa: piccole storie in grado di tessere un racconto collettivo, fatto di pietre antiche, volti familiari e silenzi carichi di significato.
Ecco perché sempre più italiani (e non solo) decidono di rallentare, esplorare e riscoprire questi luoghi. Non come turisti, ma come viaggiatori consapevoli in cerca di autenticità.
Il viaggio nei borghi non è solo geografico, ma anche interiore: un ritorno alle radici, al senso di comunità e a un modo di vivere più umano e sostenibile.